CONFEZIONI ECOLOGICHE PER UN PRODOTTO NATURALE: L’UOVO
Il Gruppo Danese Hartmann, fondato nel 1917 dai tre fratelli Hartmann, una volta introdotta in Europa la nuova tipologia di imballaggio per uova in carta formata a stampo, di derivazione americana, è cresciuto nel tempo, facendo sua questa precisa nicchia, specializzandosi sempre più nella produzione di imballaggi per uova e relativi macchinari di produzione, tanto da contare oggi 10 stabilimenti in tutto il mondo. L’aggiunta di carta riciclata alla materia prima, che allora era costituita da “polpa di legno” è avvenuta, prevalentemente per motivi di carattere economico, nel corso degli anni ’70. La vera svolta nella produzione avvenne verso la fine degli anni ’80, quando si giunse, per precisa scelta aziendale, legata sempre più ad un concetto di salvaguardia ambientale, all’impiego totale di carta riciclata. La base per la produzione degli imballaggi è oggi costituita esclusivamente da carta di quotidiani e riviste patinate. La strada verso un’ancor più marcata politica rivolta alla ricerca dello “sviluppo sostenibile”, inteso nel senso più ampio del termine, è stata intrapresa definitivamente agli inizi degli anni ’90, grazie ad una serie di costanti e notevoli investimenti. Il Gruppo Hartmann, grazie a questo tipo di filosofia aziendale, ha ottenuto nel 2000 l’Oscar europeo per le politiche ambientali svolte in campo industriale.
Vi è un particolare tipo di imballaggio, basilare per la Hartmann: le confezioni portauova. Queste, in diverse fogge e dimensioni, servono per portare dal produttore, tramite diversi canali di vendita, sino al consumatore, un prodotto consumato dal 98% della popolazione italiana. Nel nostro Paese vengono prodotti circa 12,8 miliardi di uova per un valore alla produzione che sfiora i 1.500 milioni di Euro. Una parte di queste, circa 1/3, vengono trasformate in ovoprodotti; le rimanenti vengono invece confezionate. Si capisce dunque, la mole di uova che, anno dopo anno, vengono movimentate e che hanno bisogno d’essere protette, data la caratteristica di fragilità del prodotto e considerate anche le particolari qualità organolettiche. Non altrettante, ma comunque in numero considerevole, sono anche le confezioni prodotte, che dalle case dei consumatori proseguono verso il riciclo o lo smaltimento in discarica. Le confezioni in fibra modellata, sotto questo aspetto, sono tecnicamente le più indicate, se si pensa a come devono essere protette e conservate al meglio le uova secondo le normative europee e nazionali. Le uova vanno protette dalla luce, mantenute in luoghi asciutti e freschi e non sottoposte a sbalzi di temperatura, questi ultimi particolarmente deleteri. Serve allora un imballaggio che protegga e mantenga inalterate le uova, che sia, in altre parole quasi un “secondo guscio” attorno all’uovo. Inoltre, questo tipo di imballaggio è la massima espressione della facilità di smaltimento. Le confezioni in carta riciclata, infatti, possono essere facilmente recuperate con la carta, se mandate in discarica sono biodegradabili, possono essere impiegate nel compostaggio, aggiungendo qualità, al “compost”. Da sempre i sistemi di trasporto e imballaggio delle uova, in particolare quando queste arrivavano in Italia da Paesi lontani, hanno tenuto conto di questi parametri, passando dalle casse di legno riempite di paglia, al vassoio alveolare in carta posto in casse di cartone, per giungere, con l’avvento della distribuzione moderna, alle note confezioni in carta riciclata, che rappresentano l’ovvia evoluzione delle casse di legno riempite di paglia.
L’evoluzione odierna del mercato delle uova richiede alle confezioni parametri rivolti sempre più alle necessità della Moderna Distribuzione, quali:
La carta, per le molte caratteristiche sopra descritte, troverà un impiego sempre più ampio, grazie alla sua duttilità e ai processi di innovazione già in atto. La salvaguardia delle risorse ambientali e lo sviluppo sostenibile, almeno in questo campo, sono traguardi già oggi alla nostra portata.
Alessandro Rocchetti
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